BEN OLTRE

NUVOLE SCURE LAGGIU’ SULLO SFONDO

BEN OLTRE

Sono un villano
ho messo mano
ho manomesso
il tuo cervello lesso
iniettando di
lidocaina   
e un po’ di Toradol
per eventuali 
dolori
gonfiori
alle articolazioni
grammaticali
o per casuali
mali
alle ossa
che urlano a chiara voce
il progredir veloce
di quelle nuvole 
laggiù sullo sfondo
finalmente a coprire
l’ennesimo cartellone
con donna a sorridere
in posa deforme
come fosse naturale 
come acqua in bottiglia
ormai conforme
al gusto attuale
un pennarello a intervenire
su quei denti perfetti
che si sfiguri a ridere
e siano aggiunti baffetti. 

dovrei smettere di uscire di casa

BEN OLTRE

È parecchio ormai che non ricordo
come finisca una serata 
mi sveglio preoccupato
col sapore d’ una bravata
che comprometta
non la mia nomea
ma il rapporto
con quella piccola fetta 
d’umanità che sopporto
quei pochi che adoro
dovrei smettere, si! ma di cosa?
se vario sempre ingredienti 
nel condire
lo sciapo vivere.
Devo smettere d’ uscire di casa?!?
è auto inquisizione
dopo trovarsi nel letto
con addosso scarpe e giubbetto
un caldo atroce
la vescica gonfia
e neanche mezzo ricordo
su cosa sia stato 
da una certa in poi
spero comunque
nella mia innegabile innocenza
al retrogusto di birra
cercando suono di chitarra
improbabile
e lascivo
spastico, impalpabile 
e definitivo.
Close-up, abstract view of architecture.

EVOLUTIO

BEN OLTRE

Giurin giurello 
a giorni m’ aggiorno

GENERAZIONE MIXER

BEN OLTRE

Agevole
la vita nostra?
confortevole?
elettroaddomesticata
generazione mixer
s’è mischiato di tutto
con tutto
in tutto
difetto
dopo tutto
cresciuti in vitro
fra cose in abbondanza
e certezze come mancanza
con un sol litro di scorta
e neanche a farlo apposta
senza soldi in tasca
e voglia alcuna di fare
cosa che li possa procurare
cosa avremmo dovuto fare?
meglio riposare
ragionare
 immaginare
elucubrare
che lo si possa evitare

CALMA CHIATTA

BEN OLTRE

Innanzi tutto
sarebbe gentile morire
prima ancora
non voglio soffrire
ci penso da solo ai miei veleni
i miei atti non sono O-sceni
se il pubblico è d’umani
e il gobbo ha corna e coda
e una certa spasmodica fretta
nel suggerir con pacatezza
che il tutto s’ annoda
a doppia mandata
con la doviziosa calma chiatta
e tronfia
che sfrutta
 paura e desiderio
partita doppia
incessante delirio
di dare e avere
raggiungere porta noia
non darsi obiettivi
è superare qualsivoglia soglia.

[ ODE AL ] DESISTERE

BEN OLTRE

Oggi il mondo m’ha deluso
ad incominciar da me
 che ho pagato col sangue
la mia voglia d’esser sbarbato per te
estetismi isterici o isterismi estetici che siano
per giunta non sei neanche giunta
all’appuntamento ombroso
ed il romano categorico caldo ha vinto
sul mio già scarso istinto di fare
desistere
desistere
desistere
questo è il verbo
l’infinito
tempo presente
per puro caso
m’è inviso far buon viso a cattivo giogo
credevo fosse sottinteso 
il mio preferire il vivo rogo