NUVOLE SCURE LAGGIU’ SULLO SFONDO
BEN OLTRE
Sono un villano ho messo mano ho manomesso il tuo cervello lesso iniettando di lidocaina e un po’ di Toradol per eventuali dolori gonfiori alle articolazioni grammaticali o per casuali mali alle ossa che urlano a chiara voce il progredir veloce di quelle nuvole laggiù sullo sfondo finalmente a coprire l’ennesimo cartellone con donna a sorridere in posa deforme come fosse naturale come acqua in bottiglia ormai conforme al gusto attuale un pennarello a intervenire su quei denti perfetti che si sfiguri a ridere e siano aggiunti baffetti.
dovrei smettere di uscire di casa
BEN OLTRE
È parecchio ormai che non ricordo come finisca una serata mi sveglio preoccupato col sapore d’ una bravata che comprometta non la mia nomea ma il rapporto con quella piccola fetta d’umanità che sopporto quei pochi che adoro dovrei smettere, si! ma di cosa? se vario sempre ingredienti nel condire lo sciapo vivere. Devo smettere d’ uscire di casa?!? è auto inquisizione dopo trovarsi nel letto con addosso scarpe e giubbetto un caldo atroce la vescica gonfia e neanche mezzo ricordo su cosa sia stato da una certa in poi spero comunque nella mia innegabile innocenza al retrogusto di birra cercando suono di chitarra improbabile e lascivo spastico, impalpabile e definitivo.
EVOLUTIO
BEN OLTRE
Giurin giurello a giorni m’ aggiorno
GENERAZIONE MIXER
BEN OLTRE
Agevole la vita nostra? confortevole? elettroaddomesticata generazione mixer s’è mischiato di tutto con tutto in tutto difetto dopo tutto cresciuti in vitro fra cose in abbondanza e certezze come mancanza con un sol litro di scorta e neanche a farlo apposta senza soldi in tasca e voglia alcuna di fare cosa che li possa procurare cosa avremmo dovuto fare? meglio riposare ragionare immaginare elucubrare che lo si possa evitare
CALMA CHIATTA
BEN OLTRE
Innanzi tutto sarebbe gentile morire prima ancora non voglio soffrire ci penso da solo ai miei veleni i miei atti non sono O-sceni se il pubblico è d’umani e il gobbo ha corna e coda e una certa spasmodica fretta nel suggerir con pacatezza che il tutto s’ annoda a doppia mandata con la doviziosa calma chiatta e tronfia che sfrutta paura e desiderio partita doppia incessante delirio di dare e avere raggiungere porta noia non darsi obiettivi è superare qualsivoglia soglia.
[ ODE AL ] DESISTERE
BEN OLTRE
Oggi il mondo m’ha deluso ad incominciar da me che ho pagato col sangue la mia voglia d’esser sbarbato per te estetismi isterici o isterismi estetici che siano per giunta non sei neanche giunta all’appuntamento ombroso ed il romano categorico caldo ha vinto sul mio già scarso istinto di fare desistere desistere desistere questo è il verbo l’infinito tempo presente per puro caso m’è inviso far buon viso a cattivo giogo credevo fosse sottinteso il mio preferire il vivo rogo